La favola non toglie la paura del buio, ti tiene per mano mentre cammini in quella paura. Non credo che abbia un valore terapeutico o formativo. Non cura e non educa; non c’è niente di sano nello squartare la pancia al lupo o nel bruciargli il culo. Ma il bambino ride e la risata (questa sì) è profilattica. La lingua su cui scorre la storia fa poi il resto; la parola letta o parlata accompagna il bambino nel bosco, fa in modo che possa incontrare i draghi, ma gli dà anche l’opportunità di sconfiggerli.
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