COSA VUOL DIRE CONTRONATURA?

Oggi è la giornata mondiale contro l’omofobia. Ci sono parole che vanno a mordere nella carne piuttosto che nella testa. Sono locuzioni o esortazioni scollate dalla realtà; per quanto vuote fanno leva sulle emozioni e si legittimano nei luoghi comuni. Di norma le persone le assorbono come qualcosa di incontestabile e di vero; le idee prevaricano sulle cose e svuotano la lingua di una relazione col reale. Trovano una corrispondenza nella tradizione, nell’ideologia, nel qualunquismo a volte, spesso nel populismo. Non si tratta di universali, quelli un senso l’hanno, anche ante rem. Le demagogie (che sono oligarchie nascoste) parlano al popolo con retorica, estendendo il campo semantico, con largo uso di figure paradigmatiche, a significare gli oggetti e i modi di essere. La parola contronatura è una di queste; allude a una vaga e non precisata violenza al normale ordine delle cose. Di norma dalla natura ci difendiamo e non l’assecondiamo; assumiamo antibiotici per curare le polmoniti, seguendo l’ordine naturale si muore. Non lo dico all’elettore medio e mediocre italiano, che non capirebbe. Quello è abituato a nascondere la polvere sotto un tappeto di bugie e ha un cattivo gusto morboso, evidente nell’uso che fa della lingua. Ciò che non è reale, come il concetto di contronatura, ha preso per estensione a significare qualcosa che esiste unicamente nella testa di chi la natura la violenta con le parole. Vedendo il male ovunque, immaginando perversioni, eccitandosi quasi per pratiche sessuali avulse da quel piccolo mondo. E’ inutile citare Giovanni Crisostomo e la Quarta Omelia, o anche il Codice Teodosiano e Giustiniano, in merito alla sodomia; perché è di quella che stiamo parlando ed è quella che deve essere giudicata e punita, secondo quel che diceva santo Tommaso nella Somma Teologica (parte seconda II-II questione 154, le specie della lussuria). L’elettore medio e mediocre italiano vede la perversione dove non c’è, il male ovunque, esaspera il sesso di contenuti; è quella la sua maledizione. Non è in grado di concepire l’affettività, la pulizia di un sentimento, la normalità e legittimità di un amore. Non è capace perché si tratta di uomini e donne senza vita, limitati culturalmente, malati nel modo di pensare e di parlare, mutilati nella crescita, imprigionati in una lingua che fa di ogni cosa un peccato. Vivono di parole. E stanno male loro per primi, ma non lo sanno e non lo vogliono sapere. Io non so cosa sia contronatura, lo dico all’elettore medio e mediocre italiano; ma Formigoni e Alfano (che sono fini esegeti della materia e più di altri si ergono a paladini della natura) faccio fatica per estensione concettuale a inserirli nell’ordine naturale delle cose.

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De rerum contronatura

Autore: Giancarlo Buonofiglio

Manipolo paradossi sito web http://giancarlobuonofiglio.weebly.com/

38 pensieri riguardo “COSA VUOL DIRE CONTRONATURA?”

  1. Tema trattato a parte, ho letto con grande interesse la tua protesta contro l’omologazione dei luoghi comuni.

    Quando sai già la risposta di chi ti sta di fronte , perché sarà attinta dal bagaglio culturale che gli hanno appioppato , è’ perché’ nessuno sembra soggettivizzare i concetti che si presentano man mano ; basta attingere dalle frasi fatte che ogni” gruppo” adotta per esprimersi….

    Non sono capace di disquisire sull’omofobia , se non aggiungendo che , quando il sesso sara’ considerato come tutti i bisogni primari e trattato come tale , si smetterà di catalogarne le modalita’ e ogni individuo avrà le sue “ricette”più o meno da condividere.
    Quello che non giustifico, è’ che si esercitino condizionamenti sui minori , quando i loro orientamenti sessuali non sono ancora ben delineati …Anche per loro vale la famosa soggettivazione…..

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    1. ma certo, il soggetto viene prima. I condizionamenti sono sempre sbagliati, esercitano comunque una violenza. Quelli sui bimbi sono mille volte deprecabili. Ma i minori li violentano ogni giorno in mille modi diversi, non è solo una questione di genere. La sessualità è solo un aspetto di questa violenza

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    1. Con questi bisogna fare nomi e cognomi. Considera poi che il popolo dei moralisti, un terzo del turismo estero di questo popolo così attento all’infanzia, fa turismo sessuale coi minori (80.000 italiani all’anno, dati ECPAT Italia). E mi sembra davvero una strana morale

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      1. già, l’infanzia.
        L’educazione è un processo molto pervasivo e con conseguenze quasi irreversibili, per questo bisogna ricordare e tenere a cuore i principi laici e liberali quando si parla di educazione dei minori: così potranno crescere cercando la propria felicità come meglio credono, e avranno bene inculcati i limiti di questa ricerca, che sono i limiti del rispetto delle felicità (o delle disgrazie) altrui.
        Insegnanti gay? Genitori gay? Non vedo dove sia il problema, visto che non mi pare sia nei loro gusti insidiare la sessualità dei minori.
        Forse i moralisti però sono più radicali di me, e si rifanno direttamente alla pedagogia degli antichi greci…

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      2. se dovessi scegliere un insegnante per mio figlio tra Wittgenstein e Giovanardi e compagnia non avrei dubbi. I greci cazzarola se erano avanti, persino il rapporto erastes-eromenos era inquadrato in una dimensione politica, ed è inutile ricordare che l’omosessualità era qualcosa di normale in quel fazzoletto di terra

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  2. Giancarlo, per la prima volta, arrivata alla fine di un tuo post, mi son detta: e il resto?
    Impeccabile disamina.
    Credo di aver smesso di intrattenere rapporti comunicativi profondi da quando mi son convinta del tuoi asserti. Non so se ci son state altre epoche nelle quali l’appiattimento del vigore della parola e lo svilimento dei concetti abbiamo avuto tanto consenso e tanti, nei mass media, sobillatori.

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    1. lo scrivo da tempo, lo schiavo globale con l’iphone in mano non sente ragioni; la tecnocrazia ha prodotto una profonda degenerazione antropologica. Anche una cosa banale (perdonami la grettezza, Marzia) come: della mia vita e della mia sessualità faccio il cazzo che mi pare sembra un abominio. C’è sempre quello che viene a dirti: sì… ma l’omosessualità di qua, di là, le adozioni… Tutti pedagoghi e raffinati psicologi oggi

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      1. Concordo.
        Il guaio è che non si rendono conto di essere schiavi.
        Forse è per questo che prefeisco vivere in un paesello dove le schiavitù son legate ai riti e alle tradizioni più che alla tecnocrazia.
        Se vince colui che con mio marito stiamo sostenendo ( l’11 giugno avremo le elezioni), elimineremo l’odiato concorso di poesia per introdurre una manifestazione legate agli antichi strumenti come l’organetto.

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      2. Mi sta venendo l’idea di una pasquinata..
        E se ci inventassimo in tema un post a 4 mani per vedere chi abbocca?
        Per esempio.
        La Festa della mamma si è da poco allontanata, ma chi pensa a tutte quelle donne che , mimosa fiorita in mano, affrontano le fatiche improbe di ogni giorno, componendo poesie accorare tra un bucato e l’altro?

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      3. Giornata della memoria del congiuntivo e pure del condizionale: chi pensa al loro sterminio? Cacciati via da locuzioni migliori come “impiattamento”?
        Ormai i guru del linguaggio nuovo albergano in “Masterchef” dove montanti e rampanti novelli Dante sanno insegnare , non solo nuovi piatti, ma pure una lingua che è svecchiata.
        😀

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  3. mi sa che oltre a tutta questa gente che si dà al turismo sessuale (per farsela coi minori dove può) c’è anche un sacco di gente che dice che i gay sono contronatura, ma lo mette nel c… ehm… sedere alla moglie da sempre per evitare le gravidanze, e soprattutto lo faceva prima del matrimonio, perchè la donna al matrimonio deve arrivare vergine… o con la moglie ci è andato giusto per procreare, tutto il resto lo fa a pagamento…
    Cioè… allo schifo non c’è mai fine. E nemmeno a chi ci dice cosa dobbiamo fare col nostro corpo (maschi e femmine, etero e gay)

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    1. popolo di moralisti senza morale. Altrove ho pubblicato le statistiche, c’è un numero impressionante di italiani che fa l’amore con le trans. E’ questo che fa rabbia e stupisce dell’omofobia nostrana

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