L’estate più che una stagione è un’emozione; coincide con la chiusura delle scuole, le città deserte, il rumore degli zoccoli sul catrame. Una volta comportava una pausa lunga dal lavoro, ma i tempi si sono ristretti. Ci accorgiamo dell’estate dal numero di uxoricidi, perché il caldo amplifica le insofferenze domestiche, dai furti in casa, le code sull’autostrada, dai piedi che salutano dai finestrini. La pubblicità progresso che ricorda di non abbandonare i cuccioli all’autogrill e di andare a riprendere nonna alla casa di riposo. Giusto per mettere in valigia qualche rimorso. Totò, la commedia sexy che un moderato eccitamento lo provoca, ma nel modo giusto, gradito dalle signore che si lusingano con qualche inaspettato risveglio; l’abbronzatura rende più belli e una volta che la pelle è color amaranto ci sentiamo insolitamente desiderati. Estate vuol dire palestra, la prova costume, estenuanti sedute dall’estetista che si prende cura delle negligenze, adipe o punti neri. La pancia dentro, aspirata ai limiti del verosimile, perché il confronto coi giovanotti ancora integri nell’anatomia è inevitabile. Le infradito; io le bandirei ma le portano tutti. Costumi sgambati per le donne, che scoprono di essere belle e sempre comunque lo sono, orgogliosamente sfacciate nell’esporre la mercanzia reclusa durante l’anno; pantaloncini per gli uomini con annessa carenza pilifera al polpaccio, che tradisce mesi di fustigazione del pedalino. L’odore della crema, i discorsi da ombrellone, io quella me la farei e io il bagnino me lo sono fatto, la cellulite che pare essere una piaga sociale, le fantasie erotiche mugugnate a bocca stretta mentre le mogli sono distratte da altro. Un libro, le chiacchere con l’amica, il pianto del bambino che strilla il rancore per mamma in una spiaggia affollata. Papà che mette a dura prova il miocardio correndo dietro a una palla, con quel dolore al fianco a ricordargli inesorabile che non ha più l’età. L’estate comporta il sudore, le magliette appiccicate come una seconda pelle, il pesce, l’anguria non più fortunatamente sotterrata ed esumata dalla battigia, le finestre aperte. le zanzare. Quelle sono immancabili ad avvertirci del cambio di stagione. Ma l’estate è soprattutto fantasia, immaginazione, evasione; un sogno e un desiderio non pronunciato. Come un bacio che si dà così, perché ogni tanto è bello rimanere senza fiato.
5 pensieri riguardo “L’ESTATE”
I commenti sono chiusi.
Pensando a quello che e’ per me l’estate , devo dividere la vita in due parti: quella da giovane e quella da….cresciuta.
L’estate mi piace e la vacanza pure , ma i forzati delle ferie mi fanno tristezza….
Preferisco rintanarmi in un paesino senza turisti , (perché ‘ e’ bruttino) e leggere , meditare e bloggare in santa pace.
Gli stadi che nomini tu , li ho passati o sfiorati quasi tutti , non li rimpiango , anzi li considero uno scampato pericolo , mentre ammiro la tua precisione nell’elencarli .
Un bel ripasso insieme, grazie!
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Mi diverto anche mentre sono in coda in autostrada. Una volta ero insofferente; sarà l’età ma specie d’estate vedo storie di vita, rubate dal parabrezza o dallo specchietto. C’è un’intera umanità che si racconta e allora va bene, nonostante il caldo e le ore interminabili (o meglio eterne) passate sull’asfalto
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La penso come te!
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Hai reso bene l’idea
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lei (il lei è per come scrive) è una soggetta interessante per come usa l’ironia. E’ una dote rara specie nella scrittura, i professorini della parola scritta e parlata faccio fatica a digerirli. E dunque complimenti e benvenuta, Ale
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