La politica va sull’altare e dice messa. Anche Gesù è stato tirato per la giacchetta e nel nome non del Padre ma dello stato quest’anno nasce un po’ in anticipo, perché così ha sentenziato Erode. La sede santa tace e accossente e così deve essere se a guidarla è un falso profeta. Mi manca quel mondo di buoni e cattivi, rossi o neri, destra o sinistra, credenti e blasfemi. C’erano gli altri e poi i comunisti. Don Camillo celebra ora l’eucaristia del farmaco e Peppone saluta con il pugno ma dentro ai guanti in lattice. Sulla croce non c’è più il Cristo ma uno specializzando in medicina. L’acqua è benedetta con l’ipoclorito di sodio e ognuno è in grazia di Dio finché indossa la mordacchia. La nuova liturgia: dalla remissione alla disinfezione dei peccati. Siamo passati dalla banale ideologia allo schieramento in due fazioni ben distinte: i sani di mente e dall’altra psicolabili che si scambiano il segno di pace con il gomito. Non più nel nome del Padre ma dell’isopropilico, ricordando di sanificare le feste. Così almeno mi pare
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