LA STATUA DELL’IGNORANZA

ditomedio

Il dito di Cattelan davanti a Piazza Affari a Milano è un esempio di come funzioni questo Paese. L’incompetenza vestita da una furba provocazione che si spaccia per cultura, i messaggi dei guru dell’arte (che a quanto pare non hanno assorbito la lezione di Truffaut: “Se devo mandare un messaggio, a quel punto invio un telegramma”) che esprimono il risentimento verso la finanza con raffinate argomentazioni. Quella scultura (non una delle più brutte) fa male a Milano, fa male all’arte e fa male pure a Cattelan. La finanza, il luogo della perdizione, del malaffare, non è diversa però dalle cene con intellettuali e assessori che da decenni sponsorizzano un signore privo di talento e qualità. Le provocazioni dada erano davvero un’altra cosa e avevano il decoro dell’onestà intellettuale; qua siamo al dadaumpa da osteria. Gretto intellettualmente, populista, retorico, tecnicamente incapace. Ma in questo Paese funziona così, vieni insignito di premi prestigiosi e riconoscimenti accademici. Deprecata un tempo, l’ignoranza è oggi un valore e si mette in mostra, tanto da farne un monumento. Ognuno fa quel che crede e si esprime come può. Il livello è quello del dito medio, deciso alle cene illustrissime con  illustrissimi uomini e nobilissimi assessorati che hanno a che fare proprio con quella cattiva finanza. Coubert a suo tempo rifiutò la Légion d’honneur, ma era un altro genere di uomo e aveva un talento vero. Le sue erano profonde riflessioni e non messaggi banali e mediocri, legittimate dalla cultura, da una reale competenza e da un indiscusso  spessore.

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