LE SENTENZE DEL GRILLO PARLANTE
Se chiudi gli occhi davanti a un delitto, anche piccolo,
la tua incuria si chiama complicità.
LE SENTENZE DEL GRILLO PARLANTE
Se l’hai sognato in qualche modo l’hai fatto.
LE SENTENZE DEL GRILLO PARLANTE
Chiamiamo onestà l’inadeguatezza a compiere
un’azione. Non sempre è un’azione malvagia, ma ci
attribuiamo comunque un merito. Questa
inadeguatezza troppe volte viene considerata una
virtù; può allora sedimentare diventando una regola.
LE SENTENZE DEL GRILLO PARLANTE
L’acume è articolazione. L’articolazione è la
comprensione del potrebbe essere delle cose, il
possibile che va al di là delle certezze. Nei bambini il
possibile diventa probabile ed è questa la magia
dell’infanzia. Gli adulti sono incapaci di
un’articolazione, raccolgono le diversità nell’identità,
l’alterità nel logos, si muovono in un universo (che
vuol dire in un verso solo) non più in grado di andare
alle cose stesse. Se a quel che compriamo togliamo ciò
che lo ha reso appetibile, il valore emozionale, non
rimane che il valore monetario. Il quanto l’hai pagato
subentra sul perché l’hai acquistato. E a quel punto
hai perso la magia dell’oggetto e il piacere reale di
possederlo. La proprietà diventa identità e l’identico
come categoria ontologica assorbe appunto
l’articolazione (il diverso) senza risolverla in altro.
LE SENTENZE DEL GRILLO PARLANTE
I bambini non credono alle favole, Il fantastico che
avvolge il mondo dell’infanzia non è uno scollamento
con la realtà, tutt’altro. L’età adulta inizia con la
delusione che subentra dove prima c’era l’illusione,
porta a un distacco con quel che è reale e riempie il
campo di fantasmi.
LE SENTENZE DEL GRILLO PARLANTE
Un uomo entra nell’età adulta quando non è più in
grado di comprendere la realtà e comincia a credere
alle favole.
LE SENTENZE DEL GRILLO PARLANTE
Ogni uomo con una verità è no schiavo.
LE SENTENZE DEL GRILLO PARLANTE
Chiamiamo consumo l’ansia per qualcosa che manca
e proprietà l’angoscia di perderla.
LE SENTENZE DEL GRILLO PARLANTE
La tirannia comincia dando un senso morale alle
cose.
LE SENTENZE DEL GRILLO PARLANTE
A quel che non ha nome diamo il volto di un Dio.
LE SENTENZE DEL GRILLO PARLANTE
Non andare in cerca della verità se non sei disposto
ad accettare ciò che non ti piace.
LE SENTENZE DEL GRILLO PARLANTE
Una parola che non viene detta diventa un proiettile e
finisce in una pistola.
LE SENTENZE DEL GRILLO PARLANTE
Quando sei in lotta con te stesso, prima o poi un
nemico lo trovi. Vale anche per gli stati e i governi.
LE MASSIME DEL GRILLO PARLANTE
Sai come nascono le bugie? La parola si accosta alla
cosa e la lambisce finché riesce a dominarla. Gli
uomini non amano la verità ma sono affascinati da
chi gliela racconta. Con le parole appunto. E’ un falso
problema quello delle bugie (falso anche
giuridicamente); continua pure a raccontarle,
Pinocchio, ma fai in modo che diventino una verità.
Essere burattini vuol dire amare le cose tanto da
restituirle alla verità.
LE SENTENZE DEL GRILLO PARLANTE
Giudicare è vedere un prima e un dopo tra due cose o
tra una parola e la cosa. Giudicare è anche costruire
un’identità o una differenza tra cose e cose e parole e
cose. E’ prevalso il principio di identità; l’alterità è
stata bandita nel nome del principio di ragione. E
così a quel che non c’è, in virtù della relazione, è stato
dato il carattere dell’esistenza. La diversità ha magari
pure una consistenza (ontologica). ma in quanto
negazione di ciò che esiste ed è reale. La verità si è
appropriata di quello spazio vuoto tra la parola e la
cosa ed ha contaminato tutte le articolazioni del
sapere, a cominciare dalla scienza. La giustizia ha poi
fatto il suo corso e ha chiamato la diversità malattia.
“Ma allora io sono diverso? No, Pinocchio, sono loro
ad essere uguali”.
LE SENTENZE DEL GRILLO PARLANTE
Se c’è la parola esiste anche la cosa. Niente di più
sbagliato (e di irritante). Tra la parola e la cosa c’è
uno spazio vuoto ed è in quel vuoto che nascono i
mostri. La comprensione non è una relazione (ante, in
re o post rem); la relazione diventa abitudine, poi
idea e ideologia. E’ piuttosto una mano che afferra la
cosa e appunto solo così com-prende. Le mani non
creano fantasmi, non ne hanno bisogno per spiegare
le cose. Al primo di questi fantasmi abbiamo dato il
nome di Dio.
LE SENTENZE DEL GRILLO PARLANTE
Non fidarti delle parole, anche quando sembrano
buone e gentili. Le parole fanno vedere quel che non
c’è, creano favole, riempiono una mancanza. La
quantità delle parole è inversamente proporzionale
alla presenza della cosa. Come nella pubblicità: se
non c’è il prodotto, te lo racconto. I mostri
cominciamo là. Col bisogno di una relazione tra la
parola e la cosa e con quella fragilità che porta a
concentrarsi più sulla parola che sulla cosa.
LE SENTENZE DEL GRILLO PARLANTE
Per quanto tu possa leggere, imparare e istruirti
quell’abbraccio continuerà a mancarti. Ed è inutile
che lo cerchi tra le pagine di un libro, nessuno ti
stringerà mai tanto forte come chi ti vuol bene. Non
te lo racconto l’amore, non capiresti.
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Da Per me Biancaneve gliela dava ai sette nani
NELLO STORE DELLA MONDADORI alla pagina Giancarlo Buonofiglio
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