IL CORPO DELLE DONNE

Meravigliose le donne, ma fanno una gran fatica. Anche oggi che si sono riappropriate del corpo e della sessualità. Il piacere svincolato dalla procreazione è qualcosa di banale ma che devono difendere coi denti. Limitare la sessualità vuol dire controllare la libertà di un popolo. Perché chi si occupa di mettere le catene lo sa bene, la carne è rivoluzionaria e i suoi bisogni hanno un limite oltre il quale deperisce e muore. E allora parlano di anime, di unità piuttosto che di lavoratori, di malattia laddove il malessere è da ricercare in istituzioni deformate sulla famiglia. Agostino attribuiva un valore sociale alle prostitute, utili a conservare il decoro delle donne domestiche e addomesticate, e come sfogo ai bisogni maschili. Uomini che compravano i corpi delle donne. Ma quelli erano in vendita e dunque inflazionati, depoliticizzati, senza tutela e privi di anima. E’ nel Seicento, ad opera di un tale che si chiamava Colombo, che il piacere entra tra le mura domestiche. La medicina sottopose alle indagini quello casalingo scoprendo che si concentrava in un piccolo organo; non era la penetrazione a soddisfare il corpo delle donne. Kinsey più tardi dimostrò anche la labilità dei confini della sessualità. Il comportamento sessuale può consistere nel contatto fisico come pure si può esprimere con modalità psicologiche (desiderio, attrazione, fantasia). Ma già Freud aveva detto la sua sull’argomento. Il Rapporto che porta il suo nome sollevò oltretutto dubbi sulla distinzione tra eterosessualità, bisessualità e omosessualità. La statistica è la seguente:

il 69% dei maschi americani avevano avuto rapporti con prostitute;
il 37% dei maschi ed il 13% delle donne avevano avuto esperienze omosessuali;
il 50% degli uomini sposati avevano avuto rapporti sessuali extraconiugali;
il 26% delle donne avevano avuto esperienze sessuali extraconiugali entro i 40 anni;
il 14% delle donne in età tra 26 e 50 anni aveva avuto avuto rapporti extraconiugali.

Com’è noto, la reazione è stata forte. Quei corpi diventavano numericamente di interesse politico e il desiderio chiedeva un formale riconoscimento. Le donne si aprivano al lavoro industriale e lo stato di lavoratrici comportò uno sviluppo esponenziale dei diritti, il primo dei quali era il piacere. E allora: laddove il lavoro manca (e per Marx è non a caso antropoietico) troviamo individui mutilati nelle libertà e un abbassamento della coscienza civile. C’è una volontà politica che tende a fare del precariato un modello di vita. Instabile e mutilato, il corpo delle donne diventa mansueto, torna ad essere facilmente addomesticabile.

Notizie sul sito web  http://ilmanualedellaprostituta.weebly.com

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