La repubblica dei pazzi / 2

Non vero ma verosimile.

La credibilità richiede o la verità o la verosimiglianza. Qua siamo arrivati al parossismo: una cosa è credibile non solo non essendo vera ma neanche verosimile. Ogni riferimento ai fatti attuali è ovviamente non casuale. Tv, la stampa igienica e i socialmedia operano così, mistificando nel senso della mistica delle parole la realtà. Se una cosa non è vera e non verosimile non può neanche essere credibile. Eppure capita quando un popolo credulone è disposto a credere a tutto meno che alla verità

DURA LEX SED FES

C’è un punto sul quale non tutti si sono soffermati: la volgarità istituzionale e giuridica degli atti di questo governicchio per disadattati (a questo giro e forse non è un caso di sinistra) nostalgici del nazionalsocialismo. La legge ha o meglio deve avere un carattere fluido e non può andare contro il senso comune. Non può ostacolare i bisogni particolari, non deve intralciare le esigenze culturali, naturali e spirituali. Non può impedire di pensare, limitare le funzioni del corpo anche nelle sue estensioni sociali, non deve sostituirsi a Dio. La fluidità rende una norma assorbibile come un alimento delicato che non provoca reflusso e ruminatio. Appartiene e deve appartenere alla ragione (aliquid pertinens ad rationem) e il fine a cui mira la ragione nel determinare la legge è il bene comune. Comune non è un principio ideale, vuol dire ampliare e non restringere gli attributi di ognuno in un contesto generale. Se il contesto comprime i bisogni del singolo in virtù di un astratto criterio corale, quale è ad esempio la salute (nella degenerazione veicolata dal mainstream), si passa dalla fluidità in un coagulato di burocrazia che trasforma la dottrina giuridica in un ordine rigoroso e poi in uno stato totalitario. Lo stato totalitario è quello che mortifica le urgenze del singolo, comunista o fascista e sul piano della forma non fa differenza. Persino Hegel che aveva pulsioni dispotiche (ogni sistema idealistico è autoritario) parlava di una legge interna al divenire razionale delle cose o dello spirito, e vuol dire che dove non c’è ragione non può esservi legge. Per essere regola ontologica e logica nello stesso tempo la legge deve coincidere con la ragione.La massima dilatazione del principio di ragione in uno stato libero e non autoritario è la sua costituzione, che è fatta di un interesse generale ed è tale proprio in quanto non reprime ma affianca quello individuale. Non devo ricordarvi io tutte le norme, gli atti giuridici demenziali, gli strappi istituzionali, la violenza privata, la rabbiosa risibilità di disposizioni grottesche e paradossali che subiamo a abbiamo subito a livello locale e nazionale. Non sottovalutate i fuorilegge (tecnicamente) al governo, per quanto ridicoli e stupidi abbiano dimostrato di essere. Ogni atto ha una determinata funzione, si tratta di scioccare per destabilizzare e riformare l’ordine democratico attraverso la depressione economica, l’incoerenza delle regole, il terrore fomentato dall’apparato medico e militare. La distruzione della ragione nel singolo individuo comporta la degenerazione in uno stato psicotico e paranoide, all’interno di un contesto sociale porta alla dissoluzione dell’ordine razionale (o della costituzione e della forma istituzionale) e perciò allo stato assoluto come quello stalinista o nazista o nazisanitario come vi pare. Quello che stiamo provando ora e che tanto piace ai paladini di una sinistra arcobalenata che al canto di bellaciao appoggia e sostiene un regime infinitamente più feroce di ogni fascismo. Così vanno le cose quando si perde lucidità storica e appunto decoro razionale e se così non fosse gli alfieri della giustizia e delle libertà (ora al servizio del capitalismo globale) non sarebbero passati da Gramsci e Bobbio a Casalino

LA REPUBBLICA DEI PAZZI

Se ho capito bene anche il teatro si adegua e gli attori dovranno recitare a un metro di distanza. E qua allora bisogna riscrivere i classici:

– Otello non può soffocare Desdemona, potrà però spararle. Magari colpirla con la fionda o prenderla a bastonate.

– Giulietta non può lanciare la treccia e se lo fa deve disinfettarla tra una scena e l’altra.

– Edipo giammai dovrà abbracciare Antigone. Gli è però concesso di salutarla da lontano con la manina aggiungendo al dialogo: ciao ciao. Non poteva certo immaginare Sofocle che Ricciardi avrebbe conferito – migliorandola – un tono diversamente drammaturgico alla sua opera.

– Lo stesso vale per Paolo e Francesca. La bocca le baciò tutto tremante: ma con la mascherina e soffiandolo sul palmo.

– Non dovrebbero esserci problemi invece con il Il Cyrano de Bergerac. A condizione che Rossana risulti negativa al tampone. Del resto: cos’è un bacio? È un apostrofo rosa tra le parole “non vi consento”. Andrei pure oltre ma per decoro e sfinimento qua mi fermo. Neanche Goldoni sarebbe arrivato a tanto. E magari il goldone l’avesse usato chi so io.

Le nuove regole per giocare a calcio in regione Abruzzo (ordinanza di maggio se non ricordo male) sono ancora più sobrie:

– È vietato sputare a terra; sarà possibile farlo in un fazzoletto (ma infatti, chi non si soffia il naso in un fazzoletto nel campo di gioco).

– È vietato il recupero fisico da seduti o sdraiati ( = se sei stanco o morente non ti puoi accasciare).

– Il tocco del pallone con le mani è consentito solo ed esclusivamente se muniti di guanti ( = avete presente quando i giocatori dal bordo campo lanciano la palla con le mani? Prima dovranno mettersi i guanti, poi toglierli e infine detergerle).

– Stessa regola vale per i portieri, che potranno toccare il pallone con le mani solo se utilizzano i guanti, che devono comunque essere igienizzati prima e dopo la partita.

– Questa è la più bella: distanza (1 metro dagli altri giocatori). Il pallone potrà essere “recuperato” solo tramite “intercetto” e non tramite il “contrasto”. Vietate le scivolate e vietata la marcatura ad uomo. In sostanza: uno ha la palla e gli avversari non devono avvicinarsi per togliergliela. Si può chiederla cortesemente ma se quello è un maleducato e non la passa va tranquillamente a segnare. Anche il portiere sarà costretto a lasciarlo passare.

Ed è tutto vero. L’ordinanza è la num. 72 della regione Abruzzo. La lista dei bippp (l’aggettivo mettetelo voi) si allunga.

Abbiamo fatto la repubblica dei pazzi

REGIMETTO ALL’ITALIANA

L’orientamento sessuale diventa un partito, ambientalista, ecologista, liberale. C’è qualcosa di pruriginoso nello statuare ambiente ecologia e libertà in un contesto omoerotico. In particolare la parola libertà: il sesso alternato o alternativo ha a che fare con i diritti, non con la libertà l’ambiente l’ecologia. Ma il messaggio è chiaro e poi si sa, gli etero non fanno la differenziata, mangiano carne e comprano plastica, hanno pulsioni autoritarie e se ne sbattono degli altri. Gli elleni avevano rispetto per l’amore omoerotico ma l’orientamento sessuale non era una virtù politica, l’etica non richiedeva questa particolare funzione del corpo o dell’affettività, qualche volta era un capriccio filosofico. La volgarità di accostare la politica all’omosessualità è tutta moderna di questa società erotizzata istruita dai media, un po’ ecologica e un po’ colorata, che è un po’ tutto senza essere niente, con una cultura media gestita dai media, mediamente mediocre e mediata. Eterodiretta ammesso che si possa ancora usare la parola senza urtare la sensibilità omoideologica.

Questi colpetti di stato hanno in comune l’isterismo imbarazzante dei vari capetti di governo. Più che regimi o regimetti sono reggipetti: minacce, paternali, rimproveri, se non vi comportate bene vi graffiamo. Sembrano fatti da uomini con il menarca, piagnucoloni e nevrotici che si nascondono dietro la gonna dei potenti. Con il broncio e battendo i piedi. Rimpiango i bei tempi, quando i golpisti avevano gli attributi e non i tacchi a spillo. Perché era tutto più chiaro. Un golpe fatto da Cavallino e Scaldarrosto, progesteronico e con un fondo di mascara perché bisogna pur essere in ordine. In giacca e cravatta e sotto niente, neanche un perizoma di ideologia. Nulla a parte un isterismo di obbedienza agli ordini che arrivano dall’alto. Mi pare grottesco e ridicolo questo esasperato machismo nei confronti del popolo, tirando pugni sul tavolo con la prudenza però di non graffiarsi lo smalto. Virilità e fondotinta. Un golpe fatto da uomini con il mestruo e le unghie pittate. Tempo fa (fine anni ’80) in Paraguay un gruppo di militari gay ha fatto uno dei tanti colpi di stato. Le cronache raccontano che uno di loro girava tra le truppe con il fucile in spalla, la mimetica e i tacchi a spillo. Si faceva chiamare “la colonnella”. E chissà perché questa storia mi ha fatto pensare al nostro governicchio golpista. In doppiopetto, nel senso del sospensorio e con il ciuffo in ordine. Perché nel nuovo mondo anche i colpi di stato si fanno con il trucco, l’ombretto e un fondo d mascara che non guasta mai

SORVEGLIARE E PULIRE: IL SESSO DEL REGIME

«Tu sei il tuo partner sessuale più sicuro. La masturbazione non diffonderà il virus, specialmente se lavi le mani (e ogni sex toy) con acqua e sapone per almeno 20 secondi prima e dopo il sesso».

Il quotidiano Il Mattino qualche mese fa così titolava (citando il sito della città di New York) invitando a masturbarsi. Non pensavo si potesse delirare più di quanto avessero fatto con le ordinanze sindaci e presidenti di regione psicopatici. Due considerazioni tecniche mi sono quindi venute spontanee.

1) “Tu sei il tuo partner sessuale più sicuro”, sentenzia l’articolo. Non è vero, non sempre, il più delle volte siamo promiscui anche con noi stessi. E poi per certe cose ci vuole del feeling, atmosfera, complicità. Non mi ci vedo a lume di candela mentre cerco di sedurre la parte di me meno romantica. Anche per le sveltine. Di non secondaria importanza è l’artitre, ed è un ostacolo non da poco, il rischio concreto è di trasformare la presa virile in una tagliola violenta. E io sono contro la violenza, figurarsi sulla mia carne.

2) “Specialmente se ti lavi le mani prima e dopo”. L’obiezione è scontata: mi hai preso per uno zozzone? Non ce n’è molti di feticisti del liquido seminale che si cospargono con i propri fluidi. Almeno credo. Sui 20 secondi per il lavaggio non so, dipende dalla consistenza del seme. Se è di bassa qualità forse bastano.

3) Sex toy. Ne ho viste di cose ai limiti dell’umano. O meglio quando studiavo psichiatria nella letteratura medica si raccontava di uomini che infilavano il membro nella bottiglia o che adoperavano l’ano per curiose e imbarazzanti sperimentazioni. Però porcamiseria devi essere malato per pensare che una congrua fetta della popolazione (maschile nel nostro caso) apra la dispensa in cerca di mestoli, frullatori o rotoli scottex con i quali esperire insolite eccitazioni. Il giornalista saprà come si fanno le seghe voglio sperare. Il ritaglio di giornale purtroppo non si ferma qua. «Tre (o più persone) sono assolutamente un assembramento». Io qualche porno l’ho visto, conosco il genere orge, gang bang, animal, meccanici contro infermiere al limite, ma l’assembramento mi mancava. Farò una ricerca approfondita.

E ancora: «I contatti stretti con più persone dovrebbero essere evitati. Limitare le dimensioni della vostra lista degli ospiti, frequentare un partner sessuale regolare e scegliere luoghi aperti e ventilati».

1) Mi sembra di capire che le ammucchiate siano sconsigliate. Ciò che mi lascia perplesso è il richiamo a “limitare le dimensioni della lista degli ospiti”. Ma seriamente, voi invitate amici e parenti a cena e poi mentre tagliate le lasagne vi sbottonate i pantaloni per assaltare gli sventurati seduti al tavolo? Ma che roba è.

2) “Scegliere luoghi aperti e ventilati”. Ma perché? Voi mentre fate l’amore puzzate come sterco di cammello avariato? Non mi pare. Non posso crederci. Mi fa male pensarlo.

In ultimo la regina delle raccomandazioni non poteva mancare: “fate sesso con la mascherina per evitare lo scambio di fluidi”. Eccerto non sia mai che un liquido passi da un corpo all’altro. Potremmo imbustarci, avvolgerci nel cellofan, oppure al momento dell’eiaculazione il partner dovrebbe essere in grado di fare un salto olimpionico all’indietro. Ma bisognerebbe fidanzarsi con Mutaz Essa Barshim. E mi sembra eccessivo.

Io non so chi abbia scritto l’articolo ma temo di sapere chi l’ha ispirato. E comunque un’ultima cosa voglio dirla all’improvvisato psicogiornalista: provaci tu a fare una fellatio con la mascherina e poi ne riparliamo. Non chiediamo ulteriori sacrifici, specie al povero sesso debole, che lo sa solo Dio la fatica che fa per godere di una diafana erezione

All’ombra de’ cipressi e dentro l’urne

Ogni tanto lo esumano e espongono come il sangue di San Gennaro. Pierro Langela, una cariatide che a 92 anni si riempie di botox sfidando le leggi naturali. Ero bambino e ricordo questo uomo già anziano, flemmatico e incredibilmente lento nell’eloquio. Lo ritrovo nell’età della geriatrica incontinenza a fare le superquakcazzole o paternali sulla necessità di deputare all’esercito il compito di imporre con la forza trattamenti che nulla hanno di scientifico. Lo spot della dittatura è ora affidato a corpi secolari e corrotti che puzzano di piscio e escrementi. Una volta con l’età si acquisiva saggezza temperata da eleganza, con Pierro Langela siamo arrivati al collaborazionismo della prostata. La natura fino a qualche anno fa aveva compassione, portava via gli uomini a quarant’anni e un senso c’era; prendeva i corpi prima che degenerassero nella carne e nella mente. La vita si è allungata ed è un bene ma con quel che ne consegue sul piano dell’entropia neuronale. Le salme decomposte come Pierro Langela invece di chiudersi nei sepolcri contando i giorni si prestano oggi come laide dispensatrici del piacere d’altri tempi agli interessi di un governo criminale. E così mi pare dalla democrazia siamo passati all’oligarchia e ora alla gerontocrazia con un corpo malato e il catetere, i pannoloni madidi di urina e le esalazioni maleolenti di una pelle che trasuda muffa e odio per la vita.

Ripigliatevi, lo dico ai secolari avariati come Pierro Langela. Anzi lo dico proprio a Pierro Langela che s’illude di perpetuare in eterno un corpo tumefatto tra minzioni non trattenute e i prolassi di una carne putrefatta. Se non ce la fate trapassate in pace. Il mondo non è comunque più il vostro. Muratevi nell’urna. E che la terra vi sia lieve, anzi no.Neanche quella

RICORDATI DI SANIFICARE LE FESTE

La politica va sull’altare e dice messa. Anche Gesù è stato tirato per la giacchetta e nel nome non del Padre ma dello stato quest’anno nasce un po’ in anticipo, perché così ha sentenziato Erode. La sede santa tace e accossente e così deve essere se a guidarla è un falso profeta. Mi manca quel mondo di buoni e cattivi, rossi o neri, destra o sinistra, credenti e blasfemi. C’erano gli altri e poi i comunisti. Don Camillo celebra ora l’eucaristia del farmaco e Peppone saluta con il pugno ma dentro ai guanti in lattice. Sulla croce non c’è più il Cristo ma uno specializzando in medicina. L’acqua è benedetta con l’ipoclorito di sodio e ognuno è in grazia di Dio finché indossa la mordacchia. La nuova liturgia: dalla remissione alla disinfezione dei peccati. Siamo passati dalla banale ideologia allo schieramento in due fazioni ben distinte: i sani di mente e dall’altra psicolabili che si scambiano il segno di pace con il gomito. Non più nel nome del Padre ma dell’isopropilico, ricordando di sanificare le feste. Così almeno mi pare

TEX PIRLER

Sono commoventi gli sceriffi dei centri commerciali che all’ingresso puntano la pistola giocattolo sulla fronte per prendere la temperatura. Forse si aspettano che qualcuno alzi le braccia dicendo: mi arrendo! Oppure che estragga l’arma dalla fondina per cimentarsi in un duello alla Clint Eastwood. Manca solo la musica di Morricone, spaghetti western all’italiana, mentre si battono con le manette al silicone e il revolver ad acqua. Sono simpatici. Deficienti ma simpatici. Al principio appena si avvicinavano con l’indice puntato e il pollice in alto facevo bang, sono pur sempre il fuorigregge più veloce del West. Poi ho imparato: mai confrontarsi con un uomo che ha la pistola ad acqua, gente. Ho sempre tifato per i siux e capisco il perché. La vita è troppo breve per discutere con un cowboy della Conad che si veste come Tex Pirler

IMPACCHETTAMENTO DEL CORPO DI CRISTO

Gli scienziati hanno risolto il problema dell’eucaristia. L’impacchettamento del corpo di Cristo. “Per consentire ai cattolici italiani di tornare a farla, ma evitando contaminazioni, si sta pensando a una comunione fai da te con ostie take away precedentemente consacrate dal sacerdote, che verrebbero chiuse singolarmente in sacchetti di plastica poggiati in chiesa su dei ripiani”.

E no, non è una bufala. Burioni qualche tempo fa ha bacchettato il Papa: “Dio vuole che si preghi a casa”. E così ha risolto l’antinomia tra scienza e fede. Il laureato in biologia presto potrà dire messa.
La messa è comunione, unione, vita spirituale. Ed è questo che i tecnocrati in delirio divino non possono accettare, perché nel nuovo ordine c’è posto solo per il corpo biologico, asettico, nelle funzioni vitali da purificare con un farmaco. Di un materialismo etico che uniforma i cittadini e li priva dei beni superflui eppure necessari. Dio compreso, sostituito dal verbo della scienza. Anche il parlamento e la democrazia sono un bene superfluo. E infatti li stanno sostituendo con un comitato tecnico-scientifico permanente. Ad ogni forma spirituale, culturale, politica deve essere sovrapposta la mistica dei nuovi sacerdoti in camice bianco.

Josef Mengele, il medico criminale nazista, aveva un progetto simile. Igienizzare il mondo.

Messa, sindacati, organizzazioni politiche o ludiche, familiari o affettive sono unione, solidarietà, corpo sociale, amore per l’altro. L’hanno detto più volte: dobbiamo abituarci a una nuova normalità. Ossia a una norma, che vuol dire regola o legge. Le sacre tavole scritte ascoltando la Parola sul monte Huangshan (黄山)

Ho contato il numero delle volte che nel nuovo (nell’articolo maggio 2020) documento si parla di distanziamento sociale, decine in poche pagine. Perché?
Distanza e distanziamento sociale, parole come assembramento, il divieto alla socialità e di ogni relazione rimandano non a un film di fantascienza, ma all‘economia digitale su scala globale, che è la sola a guadagnare dal fallimento delle nazioni, dalla chiusura delle imprese, dalla povertà, dalla frantumazione della società. Imponendo un nuovo umanesimo (parole del luminosissimo) fatto di vite biologiche prive di spirito e cultura, di corpi isolati senza connessioni affettive ma in costante smart working e telescuola. Un rinnovato materialismo tecnocratico, senza Dio, tracciante e autoritario, privo di diritti e libertà, di privacy e di cristiana solidarietà, con una mistica della salute che ricorda più che le fantasie orwelliane, il progetto allora acerbo di Josef Mengele.

Ricordate cosa diceva Falcone? Follow the money. Fatevela la domanda: stanno crollando le economie che si fondano sul lavoro, chi guadagna dalla digitalizzazione della società?

IPOCONDRIACI DI TUTTO IL MONDO: UNITEVI!

Età media dell’ipocondriaco che viaggia in macchina da solo con guanti e mascherina: 25 anni. A quell’età i bisnonni erano sul Piave e combattevano a mani nude per la libertà. Ma vabbè. Ti saluta con un lieve cenno della testa e salta di tremilamila metri all’indietro se c’è una persona nell’altro marciapiede. Attivo e scattante al volante, energico, all’apparenza affatto impaurito. La mascherina gli conferisce un aspetto distonico, lievemente bipolare.

Età media dell’ipocondriaco che gira a piedi con guanti in stoffa invernali e mascherina cucita dalla moglie con le mutande a costine con le quali spolvera la credenza: 60 anni, portati alla grande però. Lo sguardo è per lo più triste e la camminata stanca. A differenza del giovane che guarda solo la Tv, si fa appanicare anche dai giornali. Che difatti ogni mattina esce a comprare. Alle 5, con guanti in stoffa e bandana messa sulla bocca.

Le donne, dal mio osservatorio privato dimostrano se non proprio temerarietà, una maggiore disinvoltura. Sarà perché moriamo praticamente solo noi, ma questo è un altro discorso. In ordine di età le differenze che ho riscontrato sono queste:

A 25 anni si scorticano le mani con l’Amuchina ma a litri. Ora, considerando che l'”emergenza” (chiamiamola così) va avanti da quasi un anno, posso supporre che abbiano comprato centinaia di flaconcini. La prudenza una volta apparteneva alle mamme, le figlie nel dubbio si comprano tutto il reparto farmaceutico. Per il resto conducono una giornata normale, i sorrisi non mancano e sono sereni.

Donna, 60 anni, sposata con marito e nipoti. Non esce neanche per la spesa, manda il consorte a sbrigare le faccende fuori di casa, nonostante sappia che è il soggetto più fragile. O forse proprio per quello. Si premura di cucirgli le mascherine in tinta e gliele stira pure. Non sia mai si dica che non lo tiene in ordine. Esce a viso scoperto, sfrontata con la sapienza di una che la vita l’ha sempre tenuta per le palle.

Gli ottuagenari mi sembrano disincantati, come i bambini. Non prendono quasi mai nessuna precauzione. Sarà perché i vecchi ne hanno viste tante e i bambini ancora nessuna, o forse perché il panico non appartiene a quella fascia d’età.

I bambini sono quelli più disinvolti. Sorridenti, saltano e si divertono senza paranoie. Tanto lo sanno che al limite ereditano la playstation di papà o la macchina del nonno. Non è difficile immaginare che quando vedono gli adulti vestiti come Zorro, pensino che in fondo sia tutto un gioco.

E chest’è

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